Siena

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Siena Siena – a 25 Km

La città è universalmente conosciuta per il suo ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sua sostanziale unità stilistica dell’arredo urbano medievale, nonché per il celebre Palio.
Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell’Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia.

Il nome di Siena è di probabile origine etrusca e farebbe riferimento al nome della famiglia Saina, questa ipotesi non è così infondata considerando che spesso i nomi gentilizi divengono nomi di città (basta fare l’esempio di Tarchna/Tarquinia oppure Velzna/Volsinii).
Per quanto riguarda l’epoca latina, diverse fonti ce ne tramandano il nome in Saena, nome che in varie età di epoca romana fu riferito a grandi personaggi quali: il console Saenius Lucii Filius (32 a.C.), o ancora al senatore L. Saenius, mentre il geografo greco Tolomeo ci attesta che il nome della città era Saìna.

Secondo le antiche leggende – più o meno suggestive – Siena fu fondata dai Galli Senoni, secondo altri da un giovane romano di nome Senio, uno dei figli di Remo (il fondatore di Roma), il quale insieme al fratello Ascanio fu costretto a fuggire da Roma dalle ire dello zio Romolo (già uccisore del loro padre), recando con sé il simulacro della Lupa e trovando rifugio su una collina sovrastante il torrente Tressa.
A partire dal X sec. la città di Siena, assiste ad un forte sviluppo demografico, economico e politico, determinato dalla sua posizione lungo una grande direttrice viaria, la Via Romea o Francigena la quale, dopo l’invasione longobarda divenne la strada più sicura tra la Padania e l’Italia centrale.
A quel tempo la città aveva ampliato il suo nucleo più antico (Castelvecchio, posto su un’altura) ed ai suoi piedi si erano formati vari borghi, i quali costituirono i Terzi di Camollia e San Martino, che insieme al Terzo di Città (presso Castelvecchio, dove sorse il duomo), dettero a Siena la sua originale forma di stella a tre punte, che ancora oggi mantiene entro la cerchia delle sue antiche mura.

Purtroppo di questi secoli si hanno poche notizie, ma lo sviluppo economico e sociale di Siena si ebbe comunque prima di quello artistico e architettonico. C’è da notare come questa piccola città, che si estende su un angusto territorio e circondata da vicini alquanto potenti (come Firenze) e desiderosi di aumentare la loro forza, riuscì a crearsi una propria grandezza ed una propria ricchezza.
La città di Siena raggiunge il suo massimo sviluppo nel medioevo, quando dopo un lungo periodo di dominio episcopale (dal IX all’XI sec.), diviene un Comune autonomo (1147), adottando una politica espansionistica nei confronti dei territori limitrofi. Ma lo sviluppo impresso dai commerci e le ricchezze accumulate, portano alle lotte sociali, sfociate poi in un conflitto ideologico tra i fautori del Papato (parte guelfa) e quelli dell’Impero (parte ghibellina). Siena di animo ghibellina, era in contrapposizione alla vicina Firenze guelfa e questo provocò grandi scontri fra le due città, una delle battaglie più famose fu a Monteperti il 4 settembre 1260, quando i senesi sconfissero i fiorentini, ma nove anni dopo i senesi vengono sconfitti, la città passa in mano ai guelfi che pongono fine alla controversia con Firenze e danno alla città una nuova forma di governo che dura a lungo e permette ad essa di fiorire.

E’ nei decenni intorno al XIV sec., che Siena dal punto di vista architettonico e artistico raggiunge il suo massimo splendore, è questo il periodo in cui furono costruiti la maggior parte dei monumenti, la costruzione del Campo, del Palazzo Pubblico del Duomo, della Torre detta del Mangia. Sono questi gli anni della Maesta di Duccio, gli anni in cui si investono somme enormi nel territorio (per esempio per dar vita al Borgo fortificato di Paganico o al porto di Talamone).

Siena assume quindi, l’aspetto di una città che vuole sottolineare la propria indipendenza e sovranità elaborando un immagine di sé di citta-Stato, richiamandosi in questo a Roma.
Ma la grande peste del 1348, investe la città e ne determina la sua decadenza, decimando la popolazione e provocando un crollo economico. Cominciò così un mezzo secolo di instabilità politica, che portò al governo altri raggruppamenti (finisce il periodo dei “Nove”, così definito perché tanti erano i priori che governavano la città), un periodo difficile segnato da carestie e ribellioni, che portarono Siena all’annessione al Granducato di Toscana (1390) e alla perdita dell’indipendenza.

Siena – Duomo

Costruito a croce latina e a tre navate, fu rivestito da fasce bianche e nere di marmo in riferimento alla balzana: lo stemma araldico di Siena. Tra il 1284 e il 1296, si costruì la parte inferiore della facciata (la cui esecuzione spetta con ogni probabilità a Giovanni Pisano) e nel 1317 si iniziò il prolungamento verso la retrostante “Valle Piatta”.

La Chiesa, pur così ampliata, non rispondeva pienamente alle esigenze del Comune, inoltre nei senesi forte era il desiderio di competere con la vicina Firenze che in quegli anni andava costruendo la immensa mole di Santa Maria del Fiore, fu così concepito l’ambizioso progetto di innalzare un tempio colossale e fare di esso la cattedrale più grande d’Europa.

Nel 1339, sotto la direzione di Lando di Pietro, si intraprendeva la costruzione del cosiddetto “Duomo Nuovo”. Ben presto però le tristi condizioni economiche in cui venne a trovarsi la città dopo la famosa peste del 1348, le vicende politiche, soprattutto alcuni gravi errori di statica, obbligarono i senesi ad abbandonare il loro progetto; l’impresa fu interrotta e fu portata a termine la vecchia costruzione: negli anni posteriori al 1376 Giovanni di Cecco ne completava la parte superiore della facciata, ispirandosi a quella del Duomo di Orvieto. Il Duomo ha una splendida facciata, in marmi policromi con una ricca decorazione scultorea: è romanico-gotica nella parte inferiore, aperta a tre portali (opera di Giovanni Pisano); è in stile gotico-fiorito nella parte superiore  e reca mosaici ottocenteschi nelle tre cuspidi.

Il campanile è romanico, a fasce bianche e nere, e sorge su un’antica torre presentando sei ordini di finestre, è inoltre coronato da una cuspide a piramide ottagonale e da pinnacoli laterali.

All’interno del Duomo la policromia dei marmi riprende il motivo esterno, l’ambiente è ricco di penombre e di misteriosi giochi di luce.

Le volte dipinte in azzurro e stelle d’oro furono sopraelevate nel secolo XIV, così che il ballatoio esterno della cupola appare parzialmente internato. Tra gli archi e le volte della navata maggiore ricorre una cornice sostenuta da 172 busti di stucco del secolo XVI, rappresentanti i “Primi Pontefici”, sotto i quali si trovano altri busti di 36 imperatori. Il pavimento venne completamente istoriato a commesso marmoreo, a graffito e a tarsia, tra il 1369 e il 1547 (abitualmente esso è, per ragioni di conservazione, in parte ricoperto da un tavolato in corrispondenza della cupola e del presbiterio), sono 56 riquadri che offrono una visione del tema della salvezza a cui lavorano oltre 40 artisti, quasi tutti senesi.

Siena – Piazza del Campo

Risale al 1169 il primo documento che attesta l’acquisto da parte della comunità senese del terreno, il quale, fino al 1270 nell’ambito del governo dei Ventiquattro (1236-1270), viene destinato sia a fiere e mercati sia allo svolgimento di feste pubbliche.
La storia della Piazza si intreccia con quella della costruzione del Palazzo Comunale (o Palazzo Pubblico), è infatti con il governo dei Nove (1287-1355), fra i più stabili dell’Italia comunale, che si comincia a pensare ad una sede “neutra” per il governo della città, la cui costruzione porterà ad una più consona sistemazione della piazza antistante.

La Piazza, di forma semicircolare simile alla valva di una conchiglia, occupa uno spazio complesso, capace di trasformare la naturale irregolarità del terreno in un capolavoro di armonia ed eleganza. I palazzi che vi si affacciano, furono costruiti seguendo una disposizione stabilita fin dal 1297 che imponeva il rispetto di precisi canoni estetici (ricordiamo a questo proposito la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, distrutta perché sporgente al perimetro che i palazzi circostanti stavano delimitando).
La pavimentazione del Campo inizia nel 1327 e termina nel 1349, con i particolari mattoni a “coltello”. La suddivisione della conchiglia ci riporta al primo Trecento (al Governo dei Nove) e nove sono i settori divisi da strisce di pietra bianca (nove come i il numero dei governanti di allora), che accompagnano lo sguardo al Palazzo Pubblico sovrastato dalla Torre del Mangia.

La piazza oggi come nel medioevo, è il centro della città, dove confluiscono le sue principali arterie, posta al confine tra il Terzo di Città e quello di San Martino.
Testimone di tutte le vicende storiche senesi, accolse assemblee di popolo e fu teatro di innumerevoli feste e tornei, dagli antichi giochi dell’Elmora e della Pugna alla corsa delle Bufale. E’ quindi ovvio che ogni anno il 2 luglio e il 16 agosto, vi si corre il Palio, la manifestazione più celebre della città, la corsa dei cavalli preceduta da un corteo storico, che trova nella piazza la sua sede più degna, perché lì si fermano i confini delle 17 contrade. Arrivare in Piazza del Campo nei giorni del Palio significa scoprire un luogo diverso.