Rapolano Terme

Rapolano Terme

Rapolano Terme Rapolano Terme – a 8 Km

Rapolano Terme nasce come castello della famiglia Cacciaconti nel XIII secolo e passa quasi subito nell’orbita della Repubblica di Siena, di cui è uno degli ultimi baluardi contro le incursioni aretine.

All’interno del centro storico, tutto chiuso dalle mura ormai inglobate dalle case, ma ancora ben definite e segnate da numerosi torrioni, si conservano ben quattro chiese: la Parrocchia Santa Maria Assunta, l’Oratorio della Misaricordia, la Chiesa del Corpus Domini e la piccola Chiesa di San Bartolomeo, forse la più antica (è situata nella parte più alta e vecchia del borgo, il Castellare).

L’edificio sacro più importante si trova però fuori dal paese, la Pieve di San Vittore, risalente al XI secolo, con una maestosa impronta romanica e una terrazza stupenda sulle crete sottostanti.

Nel centro storico, costruita vicino ad un pezzo di antiche mura, si trova la porta dei Tintori: è stata costruita nel XIV secolo ed è il più antico ingresso al paese.

La pieve di San Vittore
Ricordata dal 1029, ha una struttura basilicale a tre navate concluse da una sola abside e coperte dalla struttura lignea in vista. Il semplice prospetto della facciata è aperto da un portale con arco a tutto sesto e da una monofora decorata da una colonnetta. L’abside presenta un bel rivestimento in filaretto di travertino ed è conclusa da un coronamento di archetti pensili ricavati in un solo blocco di pietra. La torre campanaria, con elementi protoromanici nella parte basamentale, è stata rifatta in epoca moderna nella parte superiore. All’interno, un frammento di affresco, Sant’Ansano e donatrice, di un artista senese di fine Trecento – inizio Quattrocento, e una terracotta policroma del primo Cinquecento con la Madonna col bambino.

L’arcipretura di Santa Maria Assunta
Fu consacrata nel 1646, ma della primitiva costruzione si conserva soltanto il ricco prospetto architettonico a colonne binate in finto porfido dell’altare maggiore.
L’attuale configurazione, di recente pienamente recuperata, risale agli anni precedenti il 1830, anno di inizio di lunghi e radicali lavori. Fra le opere d’arte, la venerata immagine della Madonna del Latte, attribuita al pittore trecentesco Paolo di Giovanni Fei; due tondi a olio su tavola, cinquecenteschi, la Vergine annunciata e l’Angelo annunziante; la bella tela seicentesca dell’Assunta; un piccolo Crocifisso ligneo quattrocentesco; e la Madonna che porge il Bambino a Santa Francesca Romana, attribuito all’artista seicentesco
La chiesa del Corpus Domini (più propriamente chiesa della Compagnia del Corpus Domini; nota anche come chiesa della Fraternita)

La facciata è piana con semplice portale in travertino e finestra a lunetta. Sulla parete destra, un affresco cinquecentesco riferibile alla bottega di Girolamo di Benvenuto, con la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo. Sulla stessa parete è stata murata una cornice in pietra serena di gusto rinascimentale che accoglieva un rilievo della Madonna col Bambino, scomparso da tempo. L’altare maggiore in stucco ospita l’Ultima Cena, copia settecentesca di un dipinto di Pieter Paul Rubens. Di rilievo è l’altare seicentesco, ornato ai lati da due statue in stucco, la Vergine e l’Angelo annunciante, e al centro la Madonna del Rosario di Francesco Bartalini; in basso corrono i Quindici misteri del Rosario, dipinti su tavola dallo stesso artista.
La chiesa della Misericordia
La facciata della chiesa è semplice, a mattoni, con portale e finestra in travertino. L’interno ha tre ricchi altari in stucco con colonne a finto marmo di gusto settecentesco. Unico dipinto di un certo rilievo è il San Sebastiano di Lorenzo Feliciati.
Nel 1864 la Compagnia della Misericordia, che aveva stabilito qui la sua sede a partire dal 1843, si unì a quella di Santa Maria delle Nevi, già ricordata nel Settecento, e a quella di San Sebastiano, ubicata fuori dalle mura (l’edificio è stato trasformato in abitazione privata, e ne rimane soltanto la facciata cinquecentesca). La chiesa ristrutturata fu inaugurata il 5 novembre 1865.
La chiesa di San Bartolomeo (o chiesa del Santo)

Di origine romanica, priva di facciata e inglobata tra due edifici, era in antico collegata ad un ospizio per pellegrini e infermi chiamato Ospedale del Santo, soppresso nel 1752. La parete in pietra ha un semplice portale con arco a tutto sesto e un altro simile murato, e un piccolo campanile a vela. Sulla parete destra sono emersi affreschi trecenteschi (San Michele Arcangelo e San Francesco).
L’altare maggiore ha una bella tela di Vincenzo Rustici (1557-1632) raffigurante la Madonna col Bambino, San Bartolomeo e San Cristoforo. Sulla parete sinistra è l’altare in stucco dedicato a Sant’Antonio da Padova, modellato secondo le cornici architettoniche quattrocentesche, con paraste laterali, cornicione a festoni e lunetta con il Martirio di San Bartolomeo.
La chiesa della Compagnia di Santa Caterina della Misericordia
Ha una semplice facciata a capanna scandita da un portale con timpano triangolare e piccolo campanile a vela.
L’interno a navata unica è ornato da sedici tele quadrate con episodi della vita di Santa Caterina da Siena, ciclo raro e di notevole importanza iconografica. Ai lati dell’altare maggiore, due tele di Astolfo Petrazzi con Santa Caterina che riceve il cuore del Redentore e Santa Caterina che dà la veste al povero. All’interno delle tele si trovano preziosi tabernacoli lignei intagliati e dorati con sportelli dipinti. Possiede uno stendardo processionale di grande qualità pittorica, da ricondurre ad Alessandro Casolani, raffigurante la Madonna in gloria e i Santi Caterina, Rocco e Sebastiano e dall’altra parte San Lorenzo e Sant’Andrea.
Il Teatro del Popolo
Per iniziativa della locale Società Filarmonica Rapolano Terme, intorno alla metà dell’ultimo decennio dell’800, ebbe un suo teatro “destinato al culto della civiltà”. Il teatro, progettato dall’architetto senese Bettino Marchetti, presentava la tipica forma del teatro all’italiana con pianta a ferro di cavallo e 33 palchi divisi in due ordini e un loggione; la sala, al posto del primo ordine di palchi, presenta un loggiato che attraverso eleganti colonne permette l’accesso alle poltrone da tutto il perimetro della sala.