Serre di Rapolano

Serre di Rapolano

Serre di RapolanoSerre di Rapolano – a 7 Km

Frazione di Rapolano, ma comune autonomo fino al 1777, il borgo di Serre si appoggia ad un colle che domina la valle e fu utilizzato dai nobili senesi come castello fortificato “a guardia” dei terreni agricoli sottostanti; questo ruolo si rafforzò con la donazione di poderi e terreni che i Piccolomini fecero nel 1297 all’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, dando inizio alla storia della Grancia, centro di controllo e di deposito dei prodotti della zona.
La parte più alta del paese, il Cassero, vede i due poteri l’uno di fronte all’altro contrapposti: il Castello e la Chiesa di San Lorenzo.
Rimane fuori dall’intreccio tortuoso di viuzze del centro storico la Chiesa di Sant’Andreino, la più antica del paese, bell’esempio di stile romanico.
I dintorni offrono scorci e borghetti notevoli, come quello di San Gimignanello, castello riconosciuto dal 1022, molto ben conservato.
La Grancia

La sua realizzazione iniziò nel Duecento ed intorno al Trecento il complesso aveva già assunto quell’aspetto a blocco continuo che tuttora ha. Tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento fu trasformata in parte in fortezza. Tra il 1521 e il 1531 furono ritoccati gli ambienti di rappresentanza della Grancia e la sala. Fu realizzata una nuova cappella a fianco di quella medioevale. Intorno al 1575 fu costruito il grande edificio a tre piani che si estende in corrispondenza del secondo cortile della Grancia. Gli interventi degli ultimi secoli rispecchiano il carattere funzionale che l’edificio acquistò con l’alienazione avvenuta nel 1790.
Si tratta di un patrimonio storico-culturale molto importante che rappresentava il centro di produzione agraria locale capace di assicurare parte dei beni alimentari per l’ospedale senese. La Grancia era un deposito di grano, di lavorazione del vino e dell’olio. Proprio per conservare questa molteplicità di funzioni, il Museo dell’Antica Grancia prevede un percorso articolato.
Al suo interno c’è un settore denominato “museo dell’olio”, dedicato all’olivicoltura e al ciclo dell’olio, che utilizza spazi e macchinari di un antico frantoio. In questi locali sono sistemati pannelli sulla coltivazione e lavorazione dell’olio che nel novecento veniva appunto conservato in ziri. Un altro settore del museo contiene il Centro di Documentazione delle Grance. In un’ala dell’edificio quattro stazioni multimediali permettono ai visitatori di conoscere, attraverso appositi ipertesti, le vicende della Grancia e del Sistema delle Grance del S.Maria. E’ anche possibile effettuare una visita virtuale nelle principali strutture architettoniche dell’edificio.

La pieve di Sant’Andreino  in località Le Cave
La chiesa è di costruzione romanica in travertino con abside semicircolare e portale con archivolto e cornice scolpita a motivi geometrici e con putti. Nell’abside su una pietra è incisa la data AD MCI, forse riferibile all’anno di fondazione. Dopo anni di abbandono è stata di recente restaurata. In origine era dedicata a Sant’Andrea, poi col tempo ha assunto il nome di Sant’Andreino per distinguerla dalla chiesa nel centro di eguale denominazione, demolita nel 1849 perché pericolante. Sull’unico altare era posto fino alla seconda metà dell’Ottocento il polittico frammentario di Paolo di Giovanni Fei con la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Andrea, Francesco e il profeta Daniele, ora nella Pinacoteca Nazionale di Siena.