Sarteano

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Sarteano Sarteano – a 40 Km

Tra la popolosa Valdichiana e la selvaggia Val d’Orcia, si trova Sarteano il cui profilo è dominato dalla severa mole del Castello quattrocentesco che si staglia sullo sfondo del verde massiccio del Monte Cetona. E questi due profili dominanti rappresentano la chiave di lettura di un ricco e affascinante territorio: la storia e la natura che si sovrappongono e si legano, in una delle poche porzioni di questa regione ricca e popolosa in cui si possono ancora scoprire scorci incontaminati.
Da un lato le morbide colline coperte di boschi con i panorami superbi che si perdono fino alle montagne laziali e marchigiane, dall’altra gli affacci sull’arida e affascinante Val d’Orcia, offrono entrambi una dimensione della natura che sorprende e coinvolge.
Dalle alture di Poggio Rotondo con la sua lussureggiante pineta che accoglie numerose grotte in una delle quali visse tra il 500 e il 600 come un eremita il beato Fra Bonaventura, all’area attrezzata delle Crocette, adatta per pic-nic in mezzo al bosco, fino alla località di Pietra Porciana, un tempo sede di una fortificazione medievale, con la sua riserva naturale che racchiude una preziosa faggeta (censita come biotipo di rilievo dalla Società Botanica Italiana) e gli scorci panoramici dalla cosiddetta cella di Bruco, anch’essa una grotta dove sostò come eremita un cavaliere di ritorno dalle Crociate.
Un’altra zona di grande interesse naturalistico e storico è quella delle Celle di San Francesco, dove è attestata la presenza del santo nel 1212, ed infine l’area di Fonte Vetriana da cui si sale verso la vetta del massiccio del Cetona per godere di una visuale ampia e rilassante con i laghi Trasimeno, di Montepulciano e di Chiusi e verso sud fino al Monte Soratte e sul versante occidentale verso la Valdorcia, la Rocca di Radicofani e il Monte Amiata.
Oltre a questi spazi ampi e a questi scorci mozzafiato, su percorsi con sentieri tracciati, Sarteano offre delle passeggiate piacevoli anche in prossimità del centro urbano, in direzione di Boccalaciana e della Peschiera dove si possono percorrere antichi tracciati viari di epoca etrusca, le due cosiddette vie Cupe, dai suggestivi tagli nel travertino locale, tutte disseminate di cavità che accoglievano un tempo sepolture etrusche.

Il centro storico

Il nucleo storico del paese sorse intorno al Castello, all’interno della cerchia di mura che furono poi in gran parte abbattute alla metà dell’800 e di cui si conservano le due Porte Umbre, la Porta di Mezzo e la Porta Monalda, sormontate dagli stemmi della Repubblica di Siena, dei Medici e dei Monaldeschi di Orvieto che si alternarono nel Medioevo nel controllo di Sarteano.
L’architettura del paese è caratterizzata da alcuni palazzi prestigiosi come quello dei Fanelli, subito sotto il Castello, con la cappella adiacente e i soffitti riccamente affrescati, quello Cennini nella Piazza di San Lorenzo con il suo bel cortile e la facciata sobria e lineare, il palazzo del Podestà, nella Piazza principale XXIV Giugno con tracce delle originarie bifore, Palazzo Gabrielli, che oggi ospita il Museo nelle sale cinquecentesche, ma che ha una struttura originaria del XIII secolo come dimostra anche la “porta del morto” ed infine Palazzo Piccolomini, con il suo bel choistro fatto costruire alla fine del XV secolo dal cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini, nipote di Pio II che fu per un breve periodo eletto al soglio pontificio con il nome di Pio III e di cui si conserva ancora in via dei Goti la casa natale.
E sempre il cardinale fece erigere la facciata della chiesa di San Francesco, come dimostra anche la presenza del rosone con le insegne papali e lo stemma dei Piccolomini, posta subito al di fuori dell’originario circuito delle mura, davanti all’attuale Piazza Bargagli, anche se la struttura, recentemente ristrutturata, risale alla prima metà del XIII secolo.
Accanto alla chiesa sorgeva un convento, oggi adibito ad abitazioni, che fu nel XIX secolo palazzo-fattoria della famiglia Bargagli ed ospitò per un breve periodo la loro ricca raccolta etrusca che oggi è conservata al Museo Archeologico del Santa Maria della Scala di Siena. All’interno del chiostro tracce di bifore mostrano i resti architettonici di una struttura in origine di grande raffinatezza.
Un altro convento si trova nella parte alta del paese, quello di Santa Chiara del XVI secolo, oggi ristorante e raffinata residenza, che offre un angolo di grande suggestione nel suo chiostro con il pozzo.
Subito fuori le mura sorgeva invece la Chiesa romanica di santa Vittoria, edificata all’inizio del XII secolo in una zona che era stata probabilmente già utilizzata nell’antichità, forse per un luogo di culto, come dimostrano i numerosi blocchi di travertino di reimpiego in tutta quella zona. Oggi, priva del tetto, viene spesso usata per spettacoli. Un’altra importante chiesa romanica – San Martino in Foro – sorgeva un tempo nella Piazza XXIV Giugno, prima del distruttivo intervento dell’800 che ridisegnò la fisionomia della piazza centrale comportando la perdita di molte vestigia medievali.
Ma la passeggiata per il centro storico di Sarteano non è legata soltanto alle tracce del glorioso passato medievale, alle ristrutturazioni rinascimentali e ai gioielli da scoprire nelle chiese, ma anche e soprattutto ad un’atmosfera di pace che si respira, agli scorci dei vicoli, alle stradine strette e tortuose, al percorso sotto le mura del Castello e alle casette aggrappate alle salite.
Alla fine dell’impero romano non c’è interruzione nell’occupazione del territorio di Sarteano e, dopo le tracce di presenza nell’alto medioevo riscontrate anche alle Pianacce o nella tomba longobarda di Montarioso, il nucleo storico si concentra nella zona del paese attuale sovrastato dall’acropoli dove si impiantò il Castello. La prima traccia documentaria della Rocca risale al 1038, e sappiamo che fino al 1280 esso fu possesso dei conti Manenti, ma l’attuale aspetto è dovuto ad una totale ristrutturazione ad opera dei senesi nel 1469 e pare che anche il noto architetto senese Lorenzo di Pietro di Giovanni di Lando detto Il Vecchietta contribuì al progetto, realizzando uno degli esempi costruttivi che mostra il passaggio al gusto rinascimentale fiorentino dopo i secoli dello stile gotico. La struttura, massiccia e imponente, permette una visita che riporta alle suggestioni della vita delle guarnigioni che ospitava, sia percorrendo i passaggi di ronda fino ai torrioni laterali, sia salendo le ripide scale del mastio fino a giungere alla sommità da cui si gode un bel panorama
Castiglioncello del Trinoro

Se il cassero di Sarteano aveva un ruolo importante nel Medioevo, non da meno doveva essere quello di Castiglioncello del Trinoro, difeso anch’esso da fortificazioni e con all’interno delle mura ben cinque chiese e il Palazzo Comunale.
Ben poco resta oggi di questo glorioso passato: la Chiesa romanica di Sant’Andrea, una porta del 300 e il Palazzo Comunale, ma le origini del centro potrebbero essere addirittura etrusche.